Prima di tutto è necessario definire i termini fondamentali: medicina alternativa e medicina complementare, usati spesso come fossero intercambiabili sebbene non lo siano.
Il National Center for Complementary and Alternative Medecine americano definisce come complementare tutto ciò che fa parte degli approcci non convenzionali pur non escludendo quelli convenzionali; mentre ci si riferisce alla medicina alternativa quando gli approcci non convenzionali sostituiscono quelli convenzionali. Sostanzialmente i rimedi in questione rimangono gli stessi, ciò che cambia è come se ne fa uso.
Gli approcci sanitari complementari vengono suddivisi a loro volta in prodotti naturali (erbe, minerali, vitamine...) e pratiche corpo-mente come ad esempio tecniche di rilassamento, agopuntura, yoga, tai chi.
Esulano da categorie, pur trattandosi di approcci complementari, l'Ayurveda, i trattamenti dei guaritori tradizionali, la medicina tradizionale cinese, l'omeopatia e la naturopatia.
L'efficacia di questi metodi non-convenzionali è il fulcro della discussione tra favorevoli e non al loro utilizzo, dal momento che sebbene alcuni di essi abbiano prodotto buoni risultati in diversi studi clinici, il meccanismo d'azione rimane sconosciuto, tuttalpiù ipotizzato. Gli approcci non-convenzionali iniziano comunque a fare capolino in corsia, grazie a personale sanitario lungimirante che ha intuito come si stia gradualmente andando a ricostruire quel ponte tra magia e medicina che la medicina degli ultimi secoli ha distrutto.
Rimane fondamentale il consulto dei professionisti della salute, i quali hanno le conoscenze necessarie alla diagnosi e al consiglio, che una rapida lettura su qualche sito web non può dare.
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