venerdì 7 agosto 2015

Miele: quanto il cibo degli dei può essere utile per la salute


Quante volte mamma o nonna ti hanno dato un bel cucchiaio di miele, magari sciolto in una tazza di latte caldo, quando eri malato? Ora ti spiego perchè facevano la cosa giusta, pur non conoscendone la chimica.
Il miele, infatti, è un prodotto naturale ricco di sostanze nutritive e dalle proprietà benefiche e medicamentose conosciute da tempo. Da sempre riveste un ruolo notevole nella cultura, per quanto riguarda la salute e la spiritualità. Anticamente si credeva che fosse un dono degli dei, raccolto dalle api in una specie di dolce pioggia notturna. Per millenni è stato il primo dolcificante utilizzato in cucina, gli antichi egizi lo utilizzavano nella mummificazione ed è presente in antichi manuali ayurvedici come antibatterico per ferite, afrodisiaco, vermifugo e stomachico.
Il miele è composto da: acqua, monosaccaridi come glucosio e fruttosio (che possono arrivare a coprire il 100% degli zuccheri in alcuni mieli), polline, oligoelementi, vitamine, olii volatili che ne conferiscono le proprietà organolettiche, derivati dell'acido caffeico.
Ha dimostrato attività batteriostatica e battericida dovuta a: 

  • pH acido (aumenta il rilascio di ossigeno ai tessuti e aiuta l'azione dei macrofagi, impedisce la formazione del biofilm batterico, forse crea un ambiente favorevole ai fibroblasti), 
  • iperosmolarità che impedisce la proliferazione batterica, 
  • presenza di perossido di diidrogeno antimicrobico e stimolante l'azione dei fibroblasti e delle proteasi e quindi la cicatrizzazione. 

Si è rivelato importante anche nel regolare l'odore delle ferite, aiuta la cicatrizzazione stimolando la crescita delle cellule epiteliali e dando origine nell'80% dei casi a cicatrici lisce e regolari.
Il miele contiene inoltre diversi polifenoli con effetti ansiolitico e miglioratore della memoria, ha un alto contenuto in sali minerali, vitamine ed enzimi.

Da qualche tempo è salito alle luci della ribalta il miele di Manuka: un costosissimo miele proveniente dalla nuova Zelanda. Manuka è il nome comune della Leptospermum scoparium, della famiglia delle Myrtaceae, da cui si ottiene questo prezioso miele che si ritiene abbia spiccate proprietà antibatteriche. Ciò che sembra contraddistinguere questo da tutti gli altri mieli è la presenza del metilgliossale, una sostanza antibatterica attiva soprattutto su Pseudomonas aeruginosa.
Il miele può anche fungere da sostituto dello zucchero raffinato in cucina, ricordando sempre l'importante apporto calorico (circa 300 kcal ogni 100 gr). Per fare un dolce basterà utilizzarne in quantità pari all'80% della quantità di zucchero richiesta (se ci vogliono 100gr di zucchero, li sostituiremo con 80gr di miele), tenendo conto delle caratteristiche organolettiche del miele utilizzato. I sapori più delicati sono quelli del miele millefiori e d'acacia, quello di castagno è forte e amaro, il miele di fiori d'arancio è aromatico.

Consigliato a: adulti e bimbi sopra l'anno d'età.
Sconsigliato a: pazienti diabetici, neonati, soggetti allergici.

I rimedi

Per il mal di gola con tosse: prendi mezzo cucchiaio di miele (preferibilmente di acacia o eucalipto) e aggiungi del succo di limone, oltre a disinfettare calmerà gli accessi di tosse secca e aiuterà ad espettorare in caso di tosse grassa.
In caso di influenza con tosse sia grassa che secca puoi scioglierlo in una bevanda calda alla sera prima di andare a letto: ti aiuterà a dormire meglio e a curare l'infezione.
Puoi usarlo per dolcificare una tisana alla malva in caso di stipsi, intestino irritato o reflusso gastrico, combinando l'effetto emolliente di entrambi.

mercoledì 28 gennaio 2015

Aggravamento omeopatico: un passo verso la guarigione


Vorresti che quei dolori passassero in fretta, e invece dopo l'assunzione del farmaco omeopatico sembrano quasi peggiorati... Continuare o interrompere la terapia?
Quando all'inizio di una terapia con medicinali omeopatici si verifica un'accentuazione dei sintomi si parla di aggravamento omeopatico. Si tratta di una risposta fisiologica dell'organismo, sebbene in alcuni pazienti non si verifichi, da accettare nonostante vada contro i desideri a breve termine del malato. Non è altro che il segno che il rimedio ha dato i suoi frutti potenziando la risposta di auto-guarigione dell'organismo, la reazione che consegue allo scioglimento di un blocco energetico. 
L'aggravamento sarà tanto più potente quanto più profonda la problematica da risolvere e può riguardare sia la sfera fisica che emotiva. Si verifica prontamente e per un periodo breve quando la patologia è acuta, mentre insorge più tardi e dura qualche giorno nel caso in cui la patologia sia cronica.


Come agire?
Posto che, come già detto, l'aggravamento omeopatico è parte integrante del processo di guarigione, un segno positivo del funzionamento della cura, cercare di ostacolarlo non sempre è l'intervento più opportuno. 
Tuttavia, qualora i sintomi risultino gravi, insopportabili e/o si protraggano per più di due o tre giorni è bene rivolgersi al personale medico in grado di gestire la situazione. Il medico omeopata potrà suggerire una variazione nella posologia, riducendo le dosi, oppure prescriverà l'antidoto. L'antidoto non è altro che un medicinale omeopatico in grado di controllare l'azione del rimedio principale, in modo da modulare la risposta al medicinale omeopatico precedentemente somministrato. Hahnemann invece aveva riscontrato che un'ulteriore dinamizzazione delle soluzioni aumentasse la potenza del rimedio e desse uno stimolo non sempre uguale al paziente riuscendo a controllare la gravità dei sintomi dell'aggravamento. Quest'ultima soluzione la puoi provare a casa scuotendo energicamente la soluzione che devi somministrare, ovviamente per le forme solide come granuli o globuli ciò non è possibile. 
Infine è necessario il consulto di un omeopata se hai assunto medicinali omeopatici che non facevano al caso tuo, creando un miscuglio di sintomi che fanno ben notare l'esigenza di ripulire l'organismo, in questo caso in base ai sintomi che si presentano ti verranno prescritti degli omeopatici che andranno a riequilibrare l'organismo.

martedì 27 gennaio 2015

Farmaci omeopatici: come assumerli

I farmaci omeopatici curano la patologia stimolando i processi di auto-guarigione della persona, sono sostanze a basse dosi che a dosi alte causerebbero un'intossicazione con sintomi simili a quelli della patologia per cui sono indicate.
Quelli omeopatici sono farmaci vendibili anche senza la presentazione di ricetta medica, quindi di facile reperibilità. Se hai appena comprato uno di questi farmaci, sei sicuro di saperlo usare nel modo più corretto? 
Ecco alcune semplici consigli da seguire per aumentarne l'efficacia.

Non ingerirli subito
Sotto la lingua è presente una fitta rete di capillari venosi che rendono la zona particolarmente adatta all'assorbimento dei farmaci omeopatici. Quindi i granuli e i globuli andranno fatti sciogliere sotto la lingua, mentre le soluzioni (fiale, gocce, sciroppi) andranno trattenute per almeno un minutino sotto la lingua. Assumerli con consapevolezza è il modo migliore, quindi dedica qualche minuto in tranquillità: respira lentamente e concentrati su ciò che stai facendo.

Sempre lontano dai pasti
Gli omeopatici vanno assunti sempre a stomaco vuoto, quindi almeno mezzora prima o un paio d'ore dopo i pasti.

Attenzione alle sostanze aromatiche
Vanno eliminate in prossimità dell'assunzione tutte le sostanze aromatiche: attenzione a mentolo, eucaliptolo, canfora e tante altre. Il mentolo è una sostanza aromatica che si trova spesso nei dentifrici, perciò meglio lavarsi i denti almeno mezzora prima o dopo l'assunzione. Per chi non ha tempo di aspettare esistono in commercio appositi dentifrici privi di sostanze che possano interagire, che garantiscono un'adeguata igiene orale.
Se possibile, inoltre, riduci l'utilizzo dei cosmetici troppo profumati.


Evitare le sostanze stimolanti
Non andrebbero consumati caffè, alcol, tabacco, ecc... nemmeno il cioccolato! Fai attenzione a spezie dal sapore forte, soprattutto quelle che in Medicina Tradizionale Cinese vengono classificate come yang (es.: peperoncino, zenzero...).
Se proprio non resisti fallo sempre lontano dall'assunzione del medicinale, almeno a mezzora di distanza. Potresti prenderla comunque come scusa per liberarti dalla dipendenza da alcune sostanze.


Non toccare
Non toccare granuli e globuli con le dita. L'assunzione è comunque facile dal momento che le aziende produttrici li distribuiscono in confezioni comode per l'utilizzo. Alcuni preferiscono addirittura scioglierli in poca acqua piuttosto che scioglierli in bocca, questa procedura si utilizza soprattutto per fiale e gocce.

Il fai da te non sempre è conveniente
Consultare uno specialista almeno per la prima volta è auspicabile. Un medico omeopata o un farmacista competente in materia sanno consigliare i rimedi più adatti e sapranno consigliarti in caso di aggravamento dei sintomi (il cosiddetto aggravamento omeopatico). Il consiglio di un esperto è fondamentale dal momento che per legge questi medicinali non possono avere un foglietto illustrativo e riportare dosi e indicazioni terapeutiche.
In caso di aggravamento consultare sempre un medico.
Non farti consigliare dalla vicina di casa, quello che si è rivelato miracoloso per lei è quasi sempre inadatto per te. E quest'ultimo è un consiglio da tenere a mente prima di iniziare una qualsiasi terapia fai da te.

Ora che hai letto questi consigli puoi andare sicuro, buona terapia!