sabato 20 febbraio 2016

Dove è finito l'Optalidon?


Da qualche mese sono numerose le richieste di informazioni sulla temporanea sparizione dal mercato dell'Optalidon, specialità medicinale con obbligo di prescrizione usato per dolori di varia natura. 

Al silenzio prolungato ha risposto qualche tempo fa la ditta che lo produce dal 2013, la Chefaro Pharma, comunicando che la mancanza sul mercato italiano di optalidon sia in compresse che supposte è dovuta all'interruzione della fornitura, da parte del produttore, di una delle materie prime. A questo disguido sono seguite le procedure amministrative presso l'Agenzia Italiana del Farmaco che consentissero alla ditta farmaceutica di procedere all'approvvigionamento da un altro fornitore.
Per ritrovarlo in farmacia bisognerà aspettare la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto che consentirà il rilascio del prodotto. L'azienda in una recente comunicazione sostiene di poter prevedere la reimmissione in commercio di questi prodotti per l'inizio del mese di marzo 2016.
Resta sempre disponibile, invece, il medicinale neo-Optalidon: compresse con diversa composizione che consente la vendita senza presentazione di ricetta medica.


Maggiori informazioni e contatti si possono ottenere visitando il sito dell'azienda:

venerdì 7 agosto 2015

Miele: quanto il cibo degli dei può essere utile per la salute


Quante volte mamma o nonna ti hanno dato un bel cucchiaio di miele, magari sciolto in una tazza di latte caldo, quando eri malato? Ora ti spiego perchè facevano la cosa giusta, pur non conoscendone la chimica.
Il miele, infatti, è un prodotto naturale ricco di sostanze nutritive e dalle proprietà benefiche e medicamentose conosciute da tempo. Da sempre riveste un ruolo notevole nella cultura, per quanto riguarda la salute e la spiritualità. Anticamente si credeva che fosse un dono degli dei, raccolto dalle api in una specie di dolce pioggia notturna. Per millenni è stato il primo dolcificante utilizzato in cucina, gli antichi egizi lo utilizzavano nella mummificazione ed è presente in antichi manuali ayurvedici come antibatterico per ferite, afrodisiaco, vermifugo e stomachico.
Il miele è composto da: acqua, monosaccaridi come glucosio e fruttosio (che possono arrivare a coprire il 100% degli zuccheri in alcuni mieli), polline, oligoelementi, vitamine, olii volatili che ne conferiscono le proprietà organolettiche, derivati dell'acido caffeico.
Ha dimostrato attività batteriostatica e battericida dovuta a: 

  • pH acido (aumenta il rilascio di ossigeno ai tessuti e aiuta l'azione dei macrofagi, impedisce la formazione del biofilm batterico, forse crea un ambiente favorevole ai fibroblasti), 
  • iperosmolarità che impedisce la proliferazione batterica, 
  • presenza di perossido di diidrogeno antimicrobico e stimolante l'azione dei fibroblasti e delle proteasi e quindi la cicatrizzazione. 

Si è rivelato importante anche nel regolare l'odore delle ferite, aiuta la cicatrizzazione stimolando la crescita delle cellule epiteliali e dando origine nell'80% dei casi a cicatrici lisce e regolari.
Il miele contiene inoltre diversi polifenoli con effetti ansiolitico e miglioratore della memoria, ha un alto contenuto in sali minerali, vitamine ed enzimi.

Da qualche tempo è salito alle luci della ribalta il miele di Manuka: un costosissimo miele proveniente dalla nuova Zelanda. Manuka è il nome comune della Leptospermum scoparium, della famiglia delle Myrtaceae, da cui si ottiene questo prezioso miele che si ritiene abbia spiccate proprietà antibatteriche. Ciò che sembra contraddistinguere questo da tutti gli altri mieli è la presenza del metilgliossale, una sostanza antibatterica attiva soprattutto su Pseudomonas aeruginosa.
Il miele può anche fungere da sostituto dello zucchero raffinato in cucina, ricordando sempre l'importante apporto calorico (circa 300 kcal ogni 100 gr). Per fare un dolce basterà utilizzarne in quantità pari all'80% della quantità di zucchero richiesta (se ci vogliono 100gr di zucchero, li sostituiremo con 80gr di miele), tenendo conto delle caratteristiche organolettiche del miele utilizzato. I sapori più delicati sono quelli del miele millefiori e d'acacia, quello di castagno è forte e amaro, il miele di fiori d'arancio è aromatico.

Consigliato a: adulti e bimbi sopra l'anno d'età.
Sconsigliato a: pazienti diabetici, neonati, soggetti allergici.

I rimedi

Per il mal di gola con tosse: prendi mezzo cucchiaio di miele (preferibilmente di acacia o eucalipto) e aggiungi del succo di limone, oltre a disinfettare calmerà gli accessi di tosse secca e aiuterà ad espettorare in caso di tosse grassa.
In caso di influenza con tosse sia grassa che secca puoi scioglierlo in una bevanda calda alla sera prima di andare a letto: ti aiuterà a dormire meglio e a curare l'infezione.
Puoi usarlo per dolcificare una tisana alla malva in caso di stipsi, intestino irritato o reflusso gastrico, combinando l'effetto emolliente di entrambi.

mercoledì 28 gennaio 2015

Aggravamento omeopatico: un passo verso la guarigione


Vorresti che quei dolori passassero in fretta, e invece dopo l'assunzione del farmaco omeopatico sembrano quasi peggiorati... Continuare o interrompere la terapia?
Quando all'inizio di una terapia con medicinali omeopatici si verifica un'accentuazione dei sintomi si parla di aggravamento omeopatico. Si tratta di una risposta fisiologica dell'organismo, sebbene in alcuni pazienti non si verifichi, da accettare nonostante vada contro i desideri a breve termine del malato. Non è altro che il segno che il rimedio ha dato i suoi frutti potenziando la risposta di auto-guarigione dell'organismo, la reazione che consegue allo scioglimento di un blocco energetico. 
L'aggravamento sarà tanto più potente quanto più profonda la problematica da risolvere e può riguardare sia la sfera fisica che emotiva. Si verifica prontamente e per un periodo breve quando la patologia è acuta, mentre insorge più tardi e dura qualche giorno nel caso in cui la patologia sia cronica.


Come agire?
Posto che, come già detto, l'aggravamento omeopatico è parte integrante del processo di guarigione, un segno positivo del funzionamento della cura, cercare di ostacolarlo non sempre è l'intervento più opportuno. 
Tuttavia, qualora i sintomi risultino gravi, insopportabili e/o si protraggano per più di due o tre giorni è bene rivolgersi al personale medico in grado di gestire la situazione. Il medico omeopata potrà suggerire una variazione nella posologia, riducendo le dosi, oppure prescriverà l'antidoto. L'antidoto non è altro che un medicinale omeopatico in grado di controllare l'azione del rimedio principale, in modo da modulare la risposta al medicinale omeopatico precedentemente somministrato. Hahnemann invece aveva riscontrato che un'ulteriore dinamizzazione delle soluzioni aumentasse la potenza del rimedio e desse uno stimolo non sempre uguale al paziente riuscendo a controllare la gravità dei sintomi dell'aggravamento. Quest'ultima soluzione la puoi provare a casa scuotendo energicamente la soluzione che devi somministrare, ovviamente per le forme solide come granuli o globuli ciò non è possibile. 
Infine è necessario il consulto di un omeopata se hai assunto medicinali omeopatici che non facevano al caso tuo, creando un miscuglio di sintomi che fanno ben notare l'esigenza di ripulire l'organismo, in questo caso in base ai sintomi che si presentano ti verranno prescritti degli omeopatici che andranno a riequilibrare l'organismo.

martedì 27 gennaio 2015

Farmaci omeopatici: come assumerli

I farmaci omeopatici curano la patologia stimolando i processi di auto-guarigione della persona, sono sostanze a basse dosi che a dosi alte causerebbero un'intossicazione con sintomi simili a quelli della patologia per cui sono indicate.
Quelli omeopatici sono farmaci vendibili anche senza la presentazione di ricetta medica, quindi di facile reperibilità. Se hai appena comprato uno di questi farmaci, sei sicuro di saperlo usare nel modo più corretto? 
Ecco alcune semplici consigli da seguire per aumentarne l'efficacia.

Non ingerirli subito
Sotto la lingua è presente una fitta rete di capillari venosi che rendono la zona particolarmente adatta all'assorbimento dei farmaci omeopatici. Quindi i granuli e i globuli andranno fatti sciogliere sotto la lingua, mentre le soluzioni (fiale, gocce, sciroppi) andranno trattenute per almeno un minutino sotto la lingua. Assumerli con consapevolezza è il modo migliore, quindi dedica qualche minuto in tranquillità: respira lentamente e concentrati su ciò che stai facendo.

Sempre lontano dai pasti
Gli omeopatici vanno assunti sempre a stomaco vuoto, quindi almeno mezzora prima o un paio d'ore dopo i pasti.

Attenzione alle sostanze aromatiche
Vanno eliminate in prossimità dell'assunzione tutte le sostanze aromatiche: attenzione a mentolo, eucaliptolo, canfora e tante altre. Il mentolo è una sostanza aromatica che si trova spesso nei dentifrici, perciò meglio lavarsi i denti almeno mezzora prima o dopo l'assunzione. Per chi non ha tempo di aspettare esistono in commercio appositi dentifrici privi di sostanze che possano interagire, che garantiscono un'adeguata igiene orale.
Se possibile, inoltre, riduci l'utilizzo dei cosmetici troppo profumati.


Evitare le sostanze stimolanti
Non andrebbero consumati caffè, alcol, tabacco, ecc... nemmeno il cioccolato! Fai attenzione a spezie dal sapore forte, soprattutto quelle che in Medicina Tradizionale Cinese vengono classificate come yang (es.: peperoncino, zenzero...).
Se proprio non resisti fallo sempre lontano dall'assunzione del medicinale, almeno a mezzora di distanza. Potresti prenderla comunque come scusa per liberarti dalla dipendenza da alcune sostanze.


Non toccare
Non toccare granuli e globuli con le dita. L'assunzione è comunque facile dal momento che le aziende produttrici li distribuiscono in confezioni comode per l'utilizzo. Alcuni preferiscono addirittura scioglierli in poca acqua piuttosto che scioglierli in bocca, questa procedura si utilizza soprattutto per fiale e gocce.

Il fai da te non sempre è conveniente
Consultare uno specialista almeno per la prima volta è auspicabile. Un medico omeopata o un farmacista competente in materia sanno consigliare i rimedi più adatti e sapranno consigliarti in caso di aggravamento dei sintomi (il cosiddetto aggravamento omeopatico). Il consiglio di un esperto è fondamentale dal momento che per legge questi medicinali non possono avere un foglietto illustrativo e riportare dosi e indicazioni terapeutiche.
In caso di aggravamento consultare sempre un medico.
Non farti consigliare dalla vicina di casa, quello che si è rivelato miracoloso per lei è quasi sempre inadatto per te. E quest'ultimo è un consiglio da tenere a mente prima di iniziare una qualsiasi terapia fai da te.

Ora che hai letto questi consigli puoi andare sicuro, buona terapia!

lunedì 1 settembre 2014

Medicina complementare o medicina alternativa?

Quando stai male vai dal medico, dal farmacista o magari dall'infermiere. Capita però che i loro consigli non soddisfino pienamente gli assistiti che, un po' per quell'articolo letto su un sito, un per quell'episodio di malasanità sentito al telegiornale, non si fidano più molto di queste figure professionali. Sempre più persone cercano lontano dalla medicina convenzionale la risoluzione ai propri problemi di salute. Un motivo che spinge i pazienti a rivolgersi a pratiche simili sembra essere la sfiducia nella medicina convenzionale e nei suoi operatori. La risposta dei professionisti della salute è alcune volte la totale chiusura nei confronti di pratiche energetiche, omeopatia ecc... viste come pratiche assimilabili alla stregoneria. Fare chiarezza su questa tematica è assolutamente necessario, dal momento che le persone curiose di conoscere altri metodi per curarsi finiscono per informarsi con ricerche sul web, dove chiunque può scrivere ciò che vuole e la realtà si mescola con la fantasia.

Prima di tutto è necessario definire i termini fondamentali: medicina alternativa e medicina complementare, usati spesso come fossero intercambiabili sebbene non lo siano.
Il National Center for Complementary and Alternative Medecine americano definisce come complementare tutto ciò che fa parte degli approcci non convenzionali pur non escludendo quelli convenzionali; mentre ci si riferisce alla medicina alternativa quando gli approcci non convenzionali sostituiscono quelli convenzionali. Sostanzialmente i rimedi in questione rimangono gli stessi, ciò che cambia è come se ne fa uso. 
Gli approcci sanitari complementari vengono suddivisi a loro volta in prodotti naturali (erbe, minerali, vitamine...) e pratiche corpo-mente come ad esempio tecniche di rilassamento, agopuntura, yoga, tai chi.
Esulano da categorie, pur trattandosi di approcci complementari, l'Ayurveda, i trattamenti dei guaritori tradizionali, la medicina tradizionale cinese, l'omeopatia e la naturopatia.


L'efficacia di questi metodi non-convenzionali è il fulcro della discussione tra favorevoli e non al loro utilizzo, dal momento che sebbene alcuni di essi abbiano prodotto buoni risultati in diversi studi clinici, il meccanismo d'azione rimane sconosciuto, tuttalpiù ipotizzato. Gli approcci non-convenzionali iniziano comunque a fare capolino in corsia, grazie a personale sanitario lungimirante che ha intuito come si stia gradualmente andando a ricostruire quel ponte tra magia e medicina che la medicina degli ultimi secoli ha distrutto.
Rimane fondamentale il consulto dei professionisti della salute, i quali hanno le conoscenze necessarie alla diagnosi e al consiglio, che una rapida lettura su qualche sito web non può dare.

sabato 12 aprile 2014

Una sorprendente camomilla

Quante volte da bambini ci è capitato di essere irrequieti o di avere mal di pancia e di ricevere dalla nostra mamma amorevoli cure, tra le quali una bella tazza di infuso di camomilla fumante?
L'uso dell'infuso di camomilla come calmante è ben radicato nella nostra cultura, questo perché è una pianta erbacea molto diffusa che si fa notare con bei fiorellini e un'aroma inconfondibile.  Il nome del genere Matricaria deriva dal latino matrix,matricis che significa utero, per il suo utilizzo nei disturbi del ciclo mestruale, e richiama una figura materna.
Come per tutte le piante, le sostanze in essa contenute sono numerose e dagli effetti più disparati. Ne è stato provato l'effetto analgesico, antinfiammatorio, antisettico, antispasmodico, sedativo, tonico, decongestionante, lenitivo, è di aiuto nel caso di disturbi del ciclo mestruale e della digestione.

La camomilla ci fa veramente calmare?

Gli scienziati a questo proposito ci dicono che la sua attività è quantomeno ambigua: se da una parte una molecola nota come apigenina agisce come calmante, dall'altra è stata rilevata anche un'attività ansiogenica dovuta ad altri composti. Qualcuno dice che per avere un'ottimo effetto calmante è necessario mantenere le parti di pianta in infusione per non più di 5 minuti, oltre questo limite di tempo il prodotto potrebbe perdere le proprietà da sempre vantate (e personalmente ritengo che ne risenta anche l'aroma). In ogni caso quando ci sentiamo turbati una tazza di camomilla può rivelarsi ristoratrice per il nostro spirito, sia per l'effetto placebo che per i ricordi di coccole che ci riportano alla nostra infanzia.

..."e per il mal di pancia"...

In uno studio recente l'estratto del decotto di camomilla è risultato avere una chiara azione antidiarroica dose-dipendente e influenza l'accumulo intestinale di liquidi (che causa appunto episodi diarroici). La camomilla ha inoltre un'azione eupeptica, ovvero di aiuto nel processo digestivo, e carminativa, ovvero favorisce l'eliminazione di gas presenti nel tratto digerente. Tutte queste azioni, singolarmente e nel loro complesso, fanno sì che possa risultare d'aiuto nel caso del "mal di pancia" in generale, sia esso una colica dovuta alla presenza di gas che una manifestazione di una cattiva digestione. Va comunque ricordato che l'infuso di camomilla è pur sempre una bevanda calda, e l'apporto di liquidi aiuta il nostro organismo a processare ed eliminare i cibi ingeriti, purché la temperatura sia adeguata: attenzione sia a bevande troppo calde che troppo fredde!

La camomilla tra i medicinali omeopatici

L'utilizzo di Chamomilla riguarda tutti i sintomi dolorosi, infiammatori, le conseguenze dell'ira, cattiva digestione, problematiche della dentizione, dismenorrea e post-partum. Tutti questi sintomi devono presentare peggioramenti in presenza di freddo, umidità e in tarda serata, fatta eccezione per i dolori legati alla bocca che migliorano con il freddo. E' indicata per tutte quelle persone ipersensibili, sia fisicamente che emotivamente: irrequiete, litigiose, "piagnucolone" e con difficoltà a socializzare. 

...per la bellezza...

L'estratto di camomilla viene utilizzato spesso nella preparazione di cosmetici sia a livello industriale che casalingo, principalmente per le sua azione addolcente e lenitiva.
 Per vedere se i nostri cosmetici contengono l'estratto di camomilla basta ricercare nella lista degli ingredienti "Chamomilla Recutita (Matricaria)". Sono utili per chi ha una pelle delicata, che presenta frequentemente irritazioni e rossori, ma anche per chi a causa di cosmetici aggressivi presenta degli arrossamenti localizzati. A questo scopo possiamo creare a casa nostra tonici o maschere per il viso, di cui si possono trovare tantissime ricette sul web, che hanno come ingrediente principale il decotto di camomilla, l'olio essenziale e una serie di sostanze funzionali, grasse per idratare e ammorbidire o acide per le pelli tendenzialmente più grasse.
Con la camomilla si può produrre molto facilmente un oleolito, un macerato oleoso di camomilla, utilizzando anche i capolini essiccati per una questione di comodità. Ci tornerà utile per arrossamenti, soprattutto con la bella stagione che avanza e i bagni di sole che ci aspettano.
Infine l'estratto di camomilla e il decotto casalingo se utilizzati nella preparazione di prodotti per capelli, oltre che a migliorare le caratteristiche del cuoio capelluto, doneranno un aspetto lucente alla chioma ravvivando il biondo e aggiungendo riflessi più chiari ai capelli più scuri.

La camomilla, quasi come una mamma, si prende cura di noi sia dentro che fuori, facendoci sentire più belle e più sane.

domenica 9 febbraio 2014

Canalizzare l'energia universale: il Reiki metodo Usui in sintesi

Oggi voglio parlarti di una pratica energetica che viene dal lontano Giappone: il Reiki. Reiki è una parola composta di due sillabe, Rei è l'aspetto universale e illimitato dell'energia la cui manifestazione è definita Ki. Reiki è quindi Energia Universale, e con pratica Reiki si intende la trasmissione di tale energia dal praticante al ricevente.

L'operatore reiki è una persona che ha sperimentato le iniziazioni, o armonizzazioni, che hanno ristabilito la connessione con il cosmico andata persa con l'educazione e i condizionamenti a cui tutti siamo sottoposti. Non si tratta di una persona speciale: in tutti scorre l'energia vitale universale, senza distinzioni di razza, sesso, età. Nel trattamento Reiki l'operatore fa fluire l'energia universale nel corpo del ricevente, riequilibrando quella già presente in lui o apportandone dell'altra se necessario.
Il metodo Usui contempla l'utilizzo del sistema dei chakra: questi vortici energetici vengono bilanciati o attivati, e così viene ripristinata la loro corretta funzione di smistamento dell'energia all'interno del corpo. Al disequilibrio dei chakra corrispondono disturbi fisici e vere e proprie malattie, va da sé che un trattamento di questo tipo possa quantomeno giovare al proprio stato di salute, sebbene il Reiki non voglia assolutamente sostituirsi alla medicina convenzionale. Nel Reiki non è fondamentale il contatto fisico, all'operatore (in uno stato di elevata concentrazione) basta scorrere le mani tenendole a una breve distanza dal corpo per percepire lo stato dei chakra. Allo stesso tempo il ricevente avrà delle sensazioni diverse: caldo qualora il punto "toccato" abbia bisogno di energia, freddo se in quel determinato punto c'è invece un sovraccarico energetico.
Un trattamento Reiki è un'esperienza del tutto soggettiva, quindi è normale provare sensazioni uniche che si discostino dal basilare caldo-freddo, qualcuno può avere sensazioni inaspettate come di spilli o formicolii, è da sperimentare con serenità perché l'energia fluisce in quantità e direzioni necessarie senza forzare l'organismo di chi riceve o di chi pratica.

Concludo con i 5 principi del Reiki, che ognuno di noi dovrebbe applicare ogni momento della giornata per una vita spiritualmente e fisicamente sana.
Solo per oggi:
Non ti arrabbiare
Non ti preoccupare
Sii grato
Lavora con dedizione
Sii gentile con gli altri